L’attore è morto a Roma all’età di 83 anni. Aveva da poco festeggiato 70 anni di carriera, con 110 film all’attivo, tra cui una quindicina diretti da Pupi Avati.
Ancora provato dall'emorragia cerebrale che lo aveva colpito nel gennaio 2015, portandolo al coma, è morto ieri a Roma Carlo Delle Piane. Nato nel 1936, l'attore aveva da poco festeggiato con la moglie, la cantante Anna Crispino, 70 anni di carriera durante i quali aveva lavorato con alcuni dei più importanti registi e attori, da Vittorio De Sica ad Alberto Sordi, da Totò ad Aldo Fabrizi, fino al fortunatissimo decennio con Pupi Avati.
Una gavetta di lusso
Un viso nato per essere attore, per incarnare la normalità quotidiana, così tangibile se paragonata all'astrattezza dei divi patinati. Carlo Delle Piane era un interprete completo cui calzava stretta la definizione di caratterista. Il suo riferimento artistico era Buster Keaton: "Volevo essere come lui. Mi piaceva la sua asciuttezza nella recitazione, la sua maniacalità nel sottrarre".
La sua fu una gavetta di lusso: a soli 12 anni fu scelto da Vittorio De Sica che stava girando un film sul libro Cuore e poi, giovanissimo, affiancò Totò in Guardie e ladri, diretto da Mario Monicelli. Furono oltre cento le pellicole che lo videro interprete di grande sensibilità, diretto da Steno, Anton Giulio Majano, Aldo Fabrizi, Sergio Corbucci, Vittorio Gassman, Roman Polanski. In teatro, nel 1962, recitò in Rugantino, commedia musicale di Garinei e Giovannini, interpretando Bojetto, il figlio di Mastro Titta.
Il sodalizio con Pupi Avati
Grazie a Pupi Avati, con il quale instaurò una lunga e feconda collaborazione, sviluppò al meglio le proprie doti drammatiche, a partire dal ruolo di Dante in Tutti defunti, tranne i morti.
Regalo di Natale gli valse, nel 1986, la Coppa Volpi per la miglior interpretazione maschile alla 43° Mostra internazionale del Cinema di Venezia.
Risale al 1997 la sua unica, deludente esperienza come regista cinematografico, Ti amo Maria; mentre per il teatro ha scritto e diretto, con maggior successo, il testo Io, Anna e Napoli (2010). Nel 2017, la sua ultima apparizione cinematografica nella pellicola, scritta e diretta da Cesare Furesi, Chi salverà le rose?, spin-off di Regalo di Natale.
Il set come terapia
D'indole riservata, Carlo Delle Piane non fu mai coinvolto in scandali o pettegolezzi. La sua vita privata fu segnata da fobie (perfino per le semplici strette di mano in segno di saluto), superate solo davanti alla macchina da presa: “Quando sono sul set faccio tutto, tocco, abbraccio, apro le porte".
I suoi difetti estetici, esibiti senza complessi, furono elevati ad arte dalla genuinità dello stile interpretativo: il naso storto, retaggio di una pallonata in pieno viso ricevuta da piccolo, gli occhi tondi - con le sopracciglia che parevano disegnate dalla matita di un cartoonist - il fisico gracile, la voce dal timbro nasale, a nulla sarebbero valsi senza l'espressività, frutto di un'attenta scansione psicologica dei personaggi, volta a sviscerarne le conflittualità caratteriali, i chiaroscuri dell'anima.
"Un film può essere divertente, drammatico o sentimentale - diceva - ma deve trasmettere emozioni, vibrazioni, fino al cuore degli spettatori".